- Ritorno a Valdez
 
	(*) 
	-  
 
	-    Cala il vento della
    pampa all'improvviso
 
	- quieta la polvere si
    adagia sulla strada
 
	- tranquilla si staglia
    sullo sfondo
 
	- Punta Delgada.
 
	-    Liberata dal giogo del
    pampero
 
	- scroscia l'acqua come
    pioggia per davvero,
 
	- sulla pista ritrovo
    intatta la mia vita
 
	- rinnovo il gelo di ogni
    istante all'infinito
 
	- in cui morte ha lambito
    il mio destino
 
	- e solo ora riassaporo
    questo ritorno clandestino.
 
	-    Nei miei occhi
 
	- ricoperti di un sottile
    velo di pianto,
 
	- troppo a lungo
    trattenuto,
 
	- sfocano all'improvviso
 
	- quei guanachi danzanti
    contro il cielo.
 
	-    Ritrovo nitida
    nell'orizzonte incerto
 
	- l'angoscia creata
    dalla tua curiosità bambina
 
	- che ti attirò con forza
    verso la marina,
 
	- incantata da creature
    immense
 
	- la cui pigrizia ostruiva
    il bagnasciuga
 
	- materne madri di
    elefanti marini
 
	- guardiani pigri delle
    porte dell'oceano
 
	- giganti goffi sulle
    terre ferme.
 
	-    E quando il vento
    riprenderà il suo corso
 
	- ingoiando i suoni in
    fondo alla pianura
 
	- saprò affondare nel suo
    vago vortice
 
	- e farmi trascinare da
    questa gran fiumara
 
	- per ritrovare intatto
    sulle vie del mondo,
 
	- il sapore forte di
    quest'aria spessa
 
	- che nutre i corpi
    forgiati nei dolori.
 
	-    E questa solitudine
    circondata da pinguini
 
	- mi sembrerà soltanto
    apparizione vana
 
	- che mira a confondere la
    casa con la tana.
 
	- Infine sarà più' facile
    danzare contro il vento
 
	- dritto il timone col
    cuore e con la mente.
 
	-  
 
	- Genova, 12 marzo 2006
 
	
	- (*) Pubblicata 
	in: AA.VV.,  Antologia del 
	Concorso internazionale "CITTA' DI VIGNOLA",
	  
	
	CENTRO STUDI CITTA' DI 
	VIGNOLA, 2015
 
 
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