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Naturalista militante
 
Enrico,
il tuo ricordo vivido permanente,
la mente lucida,
la lingua sciolta tagliente,
giu' dagli anni in cui Natura
seduceva poco
o quasi niente.
Le serate al Museo
in quell' anfiteatro austero
panche di legno scomode
scranni da monastero,
e tu che calamiti l' attenzione,
sempre documentato e preciso 
mai aggressivo,
e scagli
continue staffilate
in ogni direzione.
Annienti, annientato
dal fuoco sacro
che ti consuma ancora.
Mai tirarsi indietro
di fronte a ogni confronto,
tenace e scrupoloso
fino allo sfinimento.
Tanta energia travolgente
liquefatta all' istante
in torrenti di amicizia impetuosa.
Lo sconfinare tra prati incolti
a stanare in luoghi mal noti
vite di fiori mai colti.
E lo spettacolo avvincente
le tenzoni lunghe e incruente
duettando col Mario 
del  sesso di un fiore
o della soglia di dolore
di un moscerino,
invischiato nelle foglie ingiallite,
di una pinguicola fiorita.
 
Genova, dicembre 2003