Madri di libellule (*)
 
Eterea libellula
creatura evanescente
figlia di una larva unica,
che sa congiungere
il cuore con la mente
(1)
e, senza confondere
peto con sospiro,
capace di scoreggiar con l' ano,
come pure trarne respiro.
(2)
Lei, che mille padroni di cani
saprebbe render felici e contenti,
e' sola a conoscer l' arte
di far fagotto
con i suoi escrementi.
(3)
Lei che ha imparato,
nella realta' dei fatti,
a viver dodici vite
assai piu' dei gatti.
(4)
E la sua orrida maschera ben conosce
le virtu' dell' apparenza
tanto da insegnare a tutti noi
che non se ne puo' fare senza.
(5)
Lei che nel buio fango
(6)
vive predando,
sa procurare vita al cielo,
ogni volta che libellula diventa,
sfarfallando.
 
Genova, dicembre 2002
 
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(1) Le larve sono munite di un organo temporaneo: il cuore cefalico.
(2) La respirazione avviene mediante branchie situate nel retto.
(3) Gli escrementi sono ben avvolti in un sacco muccoso.
(4) Le larve subiscono una lunga serie di mute: da undici a quindici.
(5) L' apparato predatorio, indispensabile per la sopravvivenza delle larve, denominato maschera..
(6) Molte larve amano vivere nelle acque fangose degli stagni, tutte sono sempre lucifaghe.

(*) Pubblicata in AA.VV., Versi in scherzi, CINQUEMARZO, 200
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