Le poesie di Agostino Barletta
Caruggi
 
Il fresco improvviso
accarezza le membra,
le ombre incombenti 
di dimore remote,
l'odor di bottega
oltrepassa le soglie,
i passanti distratti
ignorano i secoli,
il dialetto smarrito 
nell'impasto di lingue,
le narici impregnate
di aromi di spezie,
casermoni sospetti
a pendenza variabile,
niente angoli retti
solo tetti di ardesia
ne' coppi ne' tegole,
anche il mare e' tornato
a ridosso dei moli,
Sottoripa rivive
nel colore dei mori,
il mercato di cenci 
ridosso a S. Giorgio
quasi una nemesi
da banchiere balordo,
la Genova d'oggi
con radici remote
che risanno di sale,
sono i mille colori
interfaccia del mondo,
e con passi discreti
nei vecchi portoni,
dove ombre perenni
non conoscono sole,
si intreccian le sorti
di antichi mercanti
con pene e dolori
di moderni migranti
e l'amaro del sale
raggiunge il palato
non piu' acqua di mare
ma destino malato.
 
Genova, aprile 2002