-
Bottaio
(*)
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- Ti rivedo tagliare,
- il gesto sicuro, essenziale,
- quasi teatrale,
- le doghe ricurve.
- Rivive precisa
- la sequenza di azioni,
- prevista
- dal bambino esitante,
- che fiero,
- ti offre gli arnesi.
- Il tuo modo di fare,
- fermo e cortese,
- mi promuove aiutante
- in questa impresa
- di mettere insieme
- un tino gonfio ed imponente,
- quasi rotondo
- e materno ventre,
- che sa aprirsi,
- ampio ed accogliente,
- al gioco di un bimbo,
- che
- continuamente vive
- tra la fierezza di sentirsi grande
- e tornare piccolo allistante.
- E il silenzio di paese,
- nei pomeriggi dagosto,
- guastato dai colpi di mazza,
- e le sfide,
- tra giovani braccia,
- a chi batte più forte
- ed il mite vigore
- del maturo bottaio
- che fa cedere i cerchi.
- E lacqua nera
- di tannino
- come spumante che vara
- il nuovo tino.
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- Fontona, novembre 2002
(*)
Primo Premio al Concorso di Poesia Mondo
Artigiano 2017, XII edizione, ERBA
Cfr.: La
Casa del Bottaio
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