Le poesie di Agostino Barletta
Barba Gustin
 
   Presenza costante della mia infanzia,
perduta all’improvviso,
i lunghi baffi chiari
il tuo mite sorriso,
le sopracciglia folte
mantenute incolte
che animavano il tuo viso.
   Sempre presente,
taciturno assai,
appendice della famiglia
del secolo precedente.
   Pastore di capre e pecore
vivesti i tempi del tuo gregge
immerso nel silenzio fatato
dei magri pascoli di Montepelato.
   Gioire del privilegio
di farti compagnia
in quelle indolenti giornate al monte,
vederti disinfestare l’erba
da ogni piccola pietra,
inganno del falcetto
smacco per le dita,
aiutarti a comporre quei grandi cumuli di sassi
piccoli quesiti misteriosi
per principianti archeologi curiosi.
   A fine domenica quietamente
ti lasciavi saccheggiare
le tasche rigonfie
da un nipote troppo invadente:
pistacchi e lupini
trofei conquistati
bocciando pallini.
   Quelle domeniche all’osteria
unica parentesi breve
di una solitudine scelta
quasi lieve.
 
Fontona, luglio 2003